Faccio salti altissimi by Iacopo Melio

Faccio salti altissimi by Iacopo Melio

autore:Iacopo Melio [Melio, Iacopo]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852085246
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XIV

Testa a pinolo

Si parla tanto di barriere architettoniche quando, in realtà, le barriere più dure da abbattere sono quelle mentali e culturali. Il malcostume, i pregiudizi, la superficialità della gente in primo luogo. Tutte le azioni sbagliate che alimentano luoghi comuni e stereotipi pesanti come macigni nella vita di chi, come me, fatica a essere pienamente incluso nella società. Ancora oggi che siamo nel 2018.

Non parlo necessariamente di discriminazioni volute, malevole, parlo piuttosto di gesti tanto inconsapevoli quanto dannosi, dettati dalla leggerezza. L’ignoranza di chi non vuole sforzarsi di conoscere le cose, più che il non conoscerle di per sé. Pensiamo, per esempio, a quante auto troviamo ogni giorno parcheggiate sui marciapiedi, magari ben piazzate sugli scivoli o in prossimità delle strisce pedonali, a ostacolare il passaggio delle persone: le persone tutte, perché non bisogna per forza essere in carrozzina per subire certi disagi, bastano un comune passeggino o una stampella temporanea per spostarsi con difficoltà.

Oppure pensiamo a quanti parcheggi riservati ai disabili sono continuamente occupati da chi non è autorizzato e ruba un diritto che spetterebbe ad altri, talvolta con l’aggravante di indossare una bella faccia tosta nel tentativo di giustificarsi, pur sapendo di essere indifendibili. «Era solo un minuto…» ci si sente puntualmente rispondere quando gli si fa notare l’errore, mentre magari il genio di turno è stato un’ora a fare la spesa al supermercato e camminare qualche metro in più con le sue gambine in buone condizioni non gli sarebbe costato alcuno sforzo. E comunque, non c’è differenza tra un’ora intera e «solo un minuto»: non si fa e basta, proprio come non si ruba un libro in biblioteca o la maionese al supermercato. E, badate bene, io amo leggere e vado matto per la maionese. Da quest’ultima poi sono dipendente al punto che, se non è presente sul tavolo a pranzo o a cena, a tutti i miei pranzi e a tutte le mie cene, avverto un turbinio dentro, tra inquietudine e nervosismo. Bellissimo leggere, per carità! Ma vado così matto per la maionese che la metterei su qualsiasi cibo, dalla semplice fetta di pane alla pastasciutta con la pomarola fresca. Eppure non la ruberei mai, ma proprio mai, proprio come mi aspetto che si faccia con il «mio» parcheggio dalle strisce gialle. E quante bici appoggiate ai muri o legate ai pali occupano la metà del marciapiede, rendendolo una strettoia?

Per non parlare di quelli che «era solo un minuto…» lo giocano come jolly dopo aver occupato il bagno dei disabili. Che poi, posso capire un genitore con un bimbo piccolo, che ha l’esigenza di cambiare un pannolino in tempi decenti (anche se civiltà vorrebbe che ci fossero dei fasciatoi in tutti i bagni pubblici, di entrambi i sessi, per non sfruttare quello dei disabili semplicemente perché più spazioso e pulito). Ma gli altri, cosa ci trovano nel pisciare al nostro posto? Sembra quasi che, vedendo il cartello con l’omino in carrozzina attaccato all’uscio, li assalga l’impellente necessità di marcare il territorio, neanche fossero pastori tedeschi in un aeroporto della Colombia con la sniffata compulsiva.



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